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Non dimenticare l’Afghanistan

Non dimenticare l’Afghanistan
Un appello della “Rete Terra aperta – Pistoia”

L’abbandono dell’Afghanistan da parte dei Paesi occidentali compiutosi nello scorso mese di agosto ha generato una situazione di crisi interna che ha prodotto un aggravamento della situazione già drammatica del Paese con aumento della fuga di tanti dalla loro terra. 
Dal mese di luglio a settembre 2021 vi è stato un aumento degli arrivi di rifugiati in Iran, Pakistan e Tagikistan pari al 90 % secondo le registrazioni dell’UNHCR per un totale di 35.400 persone (erano 4 mila al 19 luglio 2021).
I dati, seppur parziali, evidenziano la necessità di offrire risposte ad alcune delle richieste specifiche contenute nel documento presentato dal Tavolo asilo
e immigrazione (Tai) l’8 settembre us. Tra queste, la possibilità per coloro che sono fuggiti dall’Afghanistan di poter ottenere visti d’ingresso nelle rappresentanze consolari dei Paesi limitrofi. 
Il governo italiano tuttavia non ha ancora fornito indicazioni precise per le modalità di rilascio dei visti di ingresso.
ASGI (Associazione Studi Giuridici Immigrazione) a metà settembre ha inviato una lettera al ministero degli Esteri per chiedere indicazioni precise sulle procedure da seguire per ottenerli, sia per chi è in attesa di ricongiungimento famigliare, sia per chi ha bisogno di protezione e necessità di un “lasciapassare” per raggiungere l’Italia. Sono numerose, infatti, le segnalazioni di “difficoltà insormontabili”.
Sul versante della rotta balcanica secondo il Guardian tra il 16 e il 29 agosto 2021, almeno 60 cittadini afghani sono stati respinti dalla Croazia verso la
Bosnia ed Erzegovina. 
Un dato confermato anche dall’ultimo Rapporto (https://www.borderviolence.eu/wp-content/uploads/BVMN-August-2021-Report.pdf) di Border violence monitoring network (Bvmn), una rete che pone
attenzione ai diritti dei migranti sulla rotta balcanica: nel mese di agosto 16 respingimenti sui 30 registrati hanno interessato cittadini afghani. 
Da gennaio 2017 ad agosto 2021 almeno 481 respingimenti (il 41% del totale) hanno visto coinvolte persone provenienti dall’Afghanistan vittime di una violenza “spesso assimilabile a tortura”.
Gli afghani chiedono ricongiungimenti familiari, semplificazione delle procedure pendenti rilascio di visti umanitari, aiuto al rientro in Italia dei cittadini afghani che vivevano nel nostro Paese, ingressi per studio, stop a respingimenti e riammissioni a catena lungo la rotta balcanica; attivazione di programmi di reinsediamento da paesi terzi; potenziamento dell’accoglienza diffusa nei comuni; avvio di un programma urgente di interventi umanitari in Afghanistan; priorità all’esame di domande di asilo degli afghani.
La Rete Nazionale Europasilo, composta da enti di tutela che da tanti anni lavorano in molti territori italiani all’interno dell’attuale Sistema di Accoglienza e Integrazione (ex SPRAR/SIPROIMI), impegnati quotidianamente a garantire processi di tutela, protezione ed inclusione a favore delle persone costrette a migrazioni forzate (http://www.europasilo.org/profughi-afghani-europasiloriattivare-subito-il-sistema-sai/) ha rilevato che diversi cittadini afgani sono stati soccorsi e trasferiti sul territorio italiano ma purtroppo ad oggi la modalità di accoglienza degli stessi da parte dello Stato italiano appare ancora confusa e contraddistinta da un carattere di emergenza.
Nell’attuale situazione rivolge un appello per ribadire la centralità di un modello di accoglienza unico, diffuso, strettamente dialogante coi territori ed in grado di esprimere il riconoscimento dei diritti garantendo servizi adeguati sempre più incardinati nel welfare territoriale. Chiede inoltre che l’accoglienza avvenga all’interno del sistema SAI anche attraverso l’ampliamento della rete stessa tramite Decreto Ministeriale, ad oggi non ancora definito. Chiede anche che l’ampliamento sia strutturale e non solo legato all’emergenza seguita all’arrivo di cittadini afghani ma in grado di dare risposte coerenti con i nuovi riferimenti normativi ai richiedenti protezione internazionale ad oggi ancora accolti nei CAS.
Ci facciamo voce di queste richieste sollecitando le istituzioni anche a livello locale per una assunzione di responsabilità verso tutti coloro che sono le vittime della crisi umanitaria in atto in Afghanistan.
Come entità partecipanti della Rete Terra Aperta mettiamo a disposizione le nostre competenze e capacità per iniziative di accoglienza e di aiuto nelle procedure burocratiche, legali, sanitarie o altro, rivolte alla popolazione afghana.
La Rete Terra aperta – Rete territoriale solidale pistoiese per l’accoglienza.

La Rete Terra Aperta è costituita da: AGESCI, Arkè, Associazione Portaperta, Azione Cattolica, Caritas di Pescia, Caritas di Pistoia, CGIL, CISL, UIL, CNGEI Sez. Pistoia, Coop Gli Altri, Coop. Pantagruel, Coordinamento tutela legale dello straniero Avvocati di Pistoia, CO&SO,
Gruppo Incontro, L’Acqua Cheta, Libera Pistoia, Parrocchia Santomato, San Martino De Porres.

                               Pistoia, 8 ottobre 2021

Finalmente i passaggi

Nel pomeriggio del 14 novembre scorso, al Bosco in Città, che come sapete è intitolato al nostro fondatore, Lord Robert Baden Powell, e alla moglie Lady Olave, il nostro gruppo ha dato formalmente inizio alle attività dell’anno scout 2020/2021 con la cerimonia dei passaggi.

In considerazione dell’emergenza sanitaria e dell’imminente passaggio in zona rossa, abbiamo scelto di vivere questo momento così importante solo col CDA, il Consiglio Capi, l’Alta Squadriglia, i nuovi capi squadriglia, le fiamme del Reparto, il Noviziato, il Clan e la Comunità Capi.

Dopo il saluto dei capi gruppo, la lettura da parte del nostro assistente, Don Luca, del brano evangelico sui talenti e una breve riflessione sull’importanza che ciascuno dei bambini e ragazzi che passavano continuasse a far fruttare i propri talenti e li offrisse alla nuova comunità che li stava per accogliere, hanno avuto inizio i passaggi dal reparto alla comunità R/S.

Dopo l’urlo di Reparto, gli E/G che passavano hanno salutato i capi, l’Alta, i nuovi capo squadriglia e le fiamme.

Quindi sono stati chiamati per nome, uno alla volta, dal noviziato/clan e si portati verso il passaggio alla marinara, al termine del quale si soni riunti al resto della comunità di noviziato/clan.

Quando tutti gli E/G hanno concluso il passaggio alla marinara, il noviziato/clan ha accolto i nuovi capi della Branca R/S (Lucia, Olimpia e Matteo ).

Da sinistra Lucia, Olimpia e, dopo Chiara, Matteo.

A quel punto hanno avuto inizio i passaggi dal Branco al Reparto e l’accoglienza dei nuovi capi della branca E/G.

Il CDA, i Vecchi Lupi e i nuovi capi E/G

Akela ha lanciato il grande urlo e, al termine, i VVLL hanno salutato il CDA dopo avere consegnato a ciascuno dei lupi un regalo.

Akela consegna i regali al CDA

Dal Reparto si sono spostate verso il CDA le fiamme per la lettura della legge.

Ad ogni articolo della legge il CDA, accompagnato dai nuovi capi E/G,  ha fatto due passi in avanti. Finita la lettura della legge, il CDA ha, come è nostra tradizione, lanciato i berretti da lupetto all’indietro.

il CDA lancia i berretti da lupetto

A questo punto, dalla zona del bosco occupata del Reparto sono partite due portantine, ciascuna trasportata da una coppia di esploratori e guide che, giunta nei pressi del CDA, ha chiamato, uno per volta, i lupetti e le lupette che dovevano salire sulla portantina.

Quindi i lupetti chiamati sono stati trasportati verso il Reparto ed accolti dall’Alta Squadriglia e dai nuovi capi squadriglia.

Quando tutto il CDA è stato accolto dal Reparto, è stato il turno dei nuovi capi E/G (Arianna, Gaia e Alvise; mancava Benedetta che per motivi di salute non ha potuto essere presente):

Alvise

Arianna
Gaia

….uno dei quali è stato trasportato con un pò più di fatica!!!

Al loro arrivo è risuonato l’urlo di reparto:

Dopo il canto “Insieme”, Chiara C. e Cecilia, che non potranno continuare il loro servizio per ragioni personali e di studio, hanno salutato i ragazzi e i capi; anche i capi gruppo le hanno salutate e consegnato loro dei regali per ringraziarle dell’impegno e dell’entusiasmo con cui hanno svolto il loro servizio nel branco (Cecilia) e in clan (Chiara).

Al termine della cerimonia il Reparto ha svolto un’attività di orienteering in città, mentre il vecchio noviziato ed il clan sono stati impegnati nell’attività degli scogli (l’accoglienza del noviziato in clan) e il nuovo noviziato ha giocato e iniziato a programmare le attività del nuovo anno.

il nuovo Noviziato

E’ stato davvero bello rivedersi in presenza coi ragazzi e vivere, seppure con una formula diversa e senza l’intero gruppo e le famiglie, questo momento di crescita e di cambiamento, così importante per chi passa, per le unità e per noi capi.

I Capi Gruppo, Chiara e Claudio